Romania: La miniera d’oro dell’Est Europa
Dalla povertà e dalla miseria patite sotto il regime comunista di Ceausescu, al grande fermento economico che la sta rendendo una delle mete economiche più appetibili per gli imprenditori italiani, e non solo. La prepotente ascesa della Romania, è un dato di fatto innegabile ed è ormai sotto gli occhi di tutti. Sembrano essere trascorsi ormai secoli dalle immagini che si vedevano quotidianamente nei telegiornali ritraenti milioni e milioni di rumeni in fuga dalla loro madrepatria, disastrata e dissanguata dallo stato sanguisuga comunista che ne ha represso per interi decenni le legittime aspettative di sviluppo e di crescita.
L’avvento di un governo di stampo liberale sta permettendo a questo paese di tornare ad assumere il ruolo di vero e proprio ponte fra l’Europa e l’Oriente con lo sviluppo di poli strategici come quello di Oradea Cluj-Napoca, Bucarest, Sibiu o Timisoara che stanno conoscendo una fase di forte ascesa.
I dati sulla crescita di questo paese sono abbastanza chiari: nello scorso anno, nonostante l’inizio della pandemia, il PIL rumeno è cresciuto del 2,5%, mentre – secondo le stime della Commissione Europea – per quest’anno ci sarà un ulteriore balzo in avanti del 6,1% e per il 2022 ormai alle porte l’incremento previsto è del 5,9%. Ma non è tutto: per l’Oxford Economics, solo 7 grandi città europee su 30 torneranno ai livelli pre-pandemici e fra queste figura la capitale della Romania, Bucarest.
Dati in decisa controtendenza con il resto d’Europa, dove la produzione industriale e la crescita economica in questi ultimi due anni hanno fatto registrare pressoché ovunque, un netto e deciso calo dal quale occorrerà molto tempo per riprendersi.
Merito di riforme che hanno snellito enormemente la burocrazia, abbassato in maniera significativa le tasse, reso efficiente il sistema giudiziario (per le microimprese che fatturano sino a 1.000.000 di euro addirittura si paga l’1%, e comunque non si supera il 16% sia per privati che per imprese) e attratto così molti capitali dall’estero.
Con queste semplici ma efficacissime ricette la Romania si è scrollata di dosso definitivamente i retaggi del comunismo ed è così diventata un luogo molto attraente per investire, considerando le enormi potenzialità di cui ancora dispone.
Non a caso, multinazionali come Nokia, Peugeot, UniCredit, Pirelli Re, Marcegaglia, De Longhi e tante altre hanno deciso – in questi ultimi anni – di insediarsi ad esempio a Cluj-Napoca, che è diventata un centro all’avanguardia dotato di un polo tecnologico, commerciale e universitario di prim’ordine.
Un trend confermato dalla presenza sempre più rilevante di piccoli e medi imprenditori italiani che hanno deciso di trasferire la propria attività in un paese che per molti anni è stato sottovalutato e ha vissuto dell’etichetta di paese arretrato che troppo frettolosamente e superficialmente, gli è stato attribuito. Oggi la Romania, come un po’ tutti i paesi che in passato facevano parte del Patto di Varsavia, sta vivendo un rinascimento economico, che altro non è che la conferma di come l’asse geopolitico e strategico si sta sempre più spostando ad est.
Moneta: Euro, no grazie!
All’inizio la data di adozione dell’Euro era stata fissata per il 2014, poi rinviata al 2019 e successivamente al 2024. Adesso e’ stata fissata per il 2039 e non è da escludere un ulteriore rinvio. A determinare questa decisione è stato il cosiddetto “Rapporto di convergenza” che ogni anno l’esecutivo invia alla Commissione europea, il quale stabilisce se la Romania rispetta o meno i requisiti per poter aderire alla moneta unica. Requisiti che, per ora, non sembrano essere minimamente soddisfatti. Per adottare l’euro è infatti necessario avere un disavanzo di bilancio (il deficit) inferiore al 3%, un debito pubblico non superiore al 30%, prezzi stabili e un tasso di cambio anch’esso stabile. Tutte condizioni ad oggi inesistenti, a meno che la Romania non vari una manovra restrittiva. Progetto che non sembra essere all’ordine del giorno dalle parti di Bucarest, dato che ciò implicherebbe un serio impoverimento della popolazione nonché del tessuto industriale. Inoltre dopo un sondaggio popolare indotto nel 2019, l’87,99% ha espresso parere negativo nell’ingresso della moneta unica, dopo aver visto l’Inghilterra con il PIL che vola.
Situazione Covid-19 in Romania
La Romania è uno dei Paesi balcanici con il minor tasso di vaccinazione: su 19milioni di abitanti, solo il 40% si è sottoposto a vaccinazione. E al momento, mentre in tutta Europa i contagi sembrano risalire, in Romania il tasso di infezioni da Covid-19 sta diminuendo. Sospeso, per il momento, anche il disegno di legge che prevede l’obbligatorietà del certifica
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RED
Scheda informativa paese:
Dati amministrativi | |
---|---|
Nome completo | Romania |
Nome ufficiale | România |
Lingue ufficiali | Lingua romena, Lingua dei segni romena |
Altre lingue | ungherese, romaní, ucraino, tedesco, russo |
Capitale | Bucarest (2 103 346 ab. / 2015) |
Politica | |
Forma di governo | Repubblica semipresidenziale |
Presidente | Klaus Iohannis |
Primo ministro | Nicolae Ciucă |
Indipendenza | 13 luglio 1878 dall’impero ottomano |
Ingresso nell’ONU | 14 dicembre 1955 |
Ingresso nell’UE | 1º gennaio 2007 |
Superficie | |
Totale | 238 391 km² (83º) |
% delle acque | 3,0% |
Popolazione | |
Totale | 19 638 000[1] ab. (2017) (59º) |
Densità | 84,4 ab./km² |
Tasso di crescita | -0,26% (2012)[2] |
Nome degli abitanti | Romeni o Rumeni[3] |
Geografia | |
Continente | Europa |
Confini | Ucraina, Moldavia, Ungheria, Serbia, Bulgaria |
Fuso orario | UTC+2 UTC+3 in ora legale |
Economia | |
Valuta | leu romeno |
PIL (nominale) | 239 851[4] milioni di $ (2018) (47º) |
PIL pro capite (nominale) | 12 285[4] $ (2018) (65º) |
PIL (PPA) | 516 336[4] milioni di $ (2018) (47º) |
PIL pro capite (PPA) | 26 446[4] $ (2018) (59º) |
ISU (2016) | 0,802 (molto alto) (50º) |
Fecondità | 1,4 (2010)[5] |
Consumo energetico | 0,24 kWh/ab. anno |
Varie | |
Codici ISO 3166 | RO, ROU, 642 |
TLD | .ro, .eu |
Prefisso tel. | +40 |
Sigla autom. | RO |
Inno nazionale | Deșteaptă-te, Române! MENU0:00 |
Festa nazionale | 1º dicembre |